La coerenza visiva di un brand conta, proprio come le apparenze sono importanti per ciascuno di noi.
E’ il marchio con cui ci si presenta in pubblico, il segno di riconoscimento attraverso cui l’audience ci individua.
La coerenza visiva è un concetto piuttosto esteso.
Comprende l’insieme delle produzioni grafiche riferibili al brand: elementi che devono risultare consistenti tra loro e aderire all’immagine che un’azienda (o i professionisti) vuole dare di sé.
Vediamo meglio in che modo si realizza la coerenza visiva e perché è importante, anche e soprattutto nella comunicazione digitale.
La coerenza visiva sui social media
La coerenza visiva di un brand deve manifestarsi in modo chiaro nella comunicazione che si fa sui social media.
Non importa quante e quali siano le piattaforme, perché conta che esse mostrino di essere legate da un fil rouge.
Questo filo rosso è appunto ciò che dà sostanza all’immagine coerente del brand, dunque gli conferisce una caratteristica: la riconoscibilità.
Si tratta di un modo di accompagnare le persone da un contesto a un altro, facendo in modo che esse non si sentano mai spaesate e, al contrario, abbiano sempre la chiara percezione di interagire con la medesima realtà imprenditoriale.
Per dirla in termini più semplici, nel passaggio dalla pagina Facebook ufficiale al sito web aziendale, tutti gli utenti devono percepire visivamente che si trovano sulla tua pagina Facebook e, poi, sul tuo sito web.
Per l’appunto, è una questione di riconoscibilità.
Come è stato detto poco sopra, la coerenza visiva riguarda un insieme di elementi: il logo, il design, la grafica, il lettering sono gli elementi portanti.
I mezzi di comunicazione sono, per l’appunto, il tramite di diffusione di messaggi veicolati secondo un certo stile visivo. Naturalmente, tale stile è il medesimo anche in contesti non digitali, ma in questa sede non ci interessa ciò che avviene offline.
Per quel che riguarda l’online, fondamentali sono:
- la costanza nel riproporre i temi cromatici aziendali;
- la presenza del logo, come segno di riconoscimento, nelle grafiche che accompagnano i post, le Storie, i video e le campagne pubblicitarie;
- l’utilizzo dei font scelti come rappresentativi dello stile di comunicazione scelto;
- l’accordo tra produzioni grafiche e il design di sito web (shop online, applicazioni mobile)
Facciamo un esempio per rendere tutto più chiaro.
Immaginiamo un brand di accessori, che si rivolge principalmente a un pubblico molto giovane, che ama seguire le tendenze, vestirsi di colore e dare vivacità al proprio outfit.
Cosa immagini per un marchio di questo tipo?
Un sito web dai colori chiari, opportunamente accostati a tinte sgargianti, ad esempio. Ipotizziamo il bianco e il rosa fucsia.
Ragion per cui immaginiamo anche una comunicazione con un tone of voice informale ed entusiasta.
Come immaginiamo le grafiche per i post della pagina Facebook?
Similmente, dovremmo pensare ad elementi che ritornano con frequenza: il logo, prima di tutto, il bianco e il rosa fucsia (i medesimi del sito web) e una composizione fotografica che esalta il prodotto.
Adesso, per comprendere il senso della coerenza facciamo un’operazione “al contrario”.
Pensiamo all’incoerenza e mettiamoci nei panni di un utente che sul sito web trova un logo, trova una combinazione di colori (bianco e fucsia), va sulla pagina Facebook e trova grafiche realizzate in verde. Il colore verde non è contemplato in nessun contesto, non è riferibile al brand.
Crea una forma di incoerenza o, per essere più esatti, rompe quel fil rouge che rende riconoscibile un marchio.
E fino ad ora abbiamo parlato di colori, ma il medesimo ragionamento può essere fatto per i font. Anche per gli aspetti “tipografici” della comunicazione digitale ci si muove operando scelte coerenti.
Ragion per cui, se per il nostro brand di accessori giovanili scegliamo un font estroso (leggibile, però, è importante!), potremmo mai creare grafiche con font seri o molto comuni?
Naturalmente, ed è importante sottolinearlo, la coerenza è un risultato d’insieme di questi elementi.
Questo vuol dire che bisogna anche considerare che il troppo stroppia: il design, la grafica e i copy entrare in sintonia, al fine di restituire un’immagine esteticamente equilibrata e pulita.
Cosa fare in caso di restyling
Abbiamo visto, dunque, che la riconoscibilità di un brand si fonda su precise scelte estetiche che riguardano tutta la comunicazione visuale.
Eppure, le aziende, nel corso degli anni, possono pure pensare di fare un restyling.
L’operazione è assolutamente lecita.
Ad onor del vero, per realtà che operano da tanto tempo il restyling diventa anche necessario: bisogna restare fedeli a sé stessi, ma esprimere anche i cambiamenti fisiologici e intenzionali, interni a una realtà aziendale, e conciliarli con i più grandi cambiamenti dei tempi.
A questo punto, chi di dovere procede al restyling vero e proprio.
Nel frattempo, si prepara il pubblico al cambiamento.
Come?
Lo si rende partecipe, anticipando la novità, esattamente come si fa con il lancio di una linea nuova di prodotti.
Si può, quindi, annunciare il cambio di restyling e rassicurare il pubblico che, in fondo, l’azienda resta sempre la stessa: sveste un abito e ne indossa uno più bello.
Suona poetico, ma in realtà è così: nella comunicazione digitale si cerca un’armonia di voce, colori, design.
Questa armonia fa a suo modo il brand e si fissa nella mente delle persone.
Cosa non fare mai? Creare gli elementi di disturbo!
Grazie mille di avermi seguito fino alla fine di questo articolo sulla coerenza visiva sui Social Media
Ora tocca a te.
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Ti aspetto.
Alla prossima – Luciano Cioffi
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